“La violenza è una forma di sconfitta: anche le cause migliori e più nobili quando lasciano spazio a forme di protesta violente rischiano di far passare nella parte del torto chi invece inizialmente aveva ragione da vendere”. Il presidente del Consiglio regionale del veneto, Roberto Ciambetti, non ha dubbi: “ Non penso solo alla Francia dei Gilet Gialli dove bisogna distinguere tra provocatori e la stragrande maggioranza di cittadini onestamente indignati scesi in piazza a protestare: guardo piuttosto e con sincera preoccupazione alla Spagna, dove la mancanza di ascolto e dialogo ha generato e condizionato una frattura scomposta tra Barcellona e Madrid”. Nell’ottobre del 2017 Ciambetti fu tra gli osservatori internazionali del Referendum per l’indipendenza della Catalunya “Fra pochi giorni sarà un anno da quando il 21 dicembre 2017, con le elezioni imposte da Rajoy, il popolo catalano dette la maggioranza dei seggi ai tre partiti indipendentisti catalani. Da allora, unico caso in Europa, esponenti politici liberamente eletti sono stati costretti all’esilio, altri sono finiti in galera in palese violazione della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e nel silenzio agghiacciante di una Unione Europa che alza la voce per pochi decimali nei bilanci degli stati membri ma fugge e tace davanti a principi e valori democratici di cui dovrebbe essere la prima garante. La situazione non si è sbloccata e mi auguro che nessuno , magari prendendo a presto l’anniversario del 21 dicembre, voglia forzare la mano scegliendo la via della violenza che darebbe la scusa per una repressione durissima: capisco bene che la pazienza manifestata dai catalani sia stata eccezionale ed eccezionalmente lunga, ma non vorrei che nelle giuste aspirazioni e speranze si intrufolassero provocatori o anche solo dei fanatici dalla vista, e intelligenza politica, alquanto corta. Bisogna emarginare i profeti di ogni violenza. Auspico – conclude Ciambetti – piuttosto, la ripresa di un negoziato con il governo di Madrid: so bene che sembra difficilissimo ristabilire un confronto franco e sereno, anche alla luce delle elezioni in Andalusia, ma la politica rimane l’arte del possibile. Meglio una discussione aspra, anche dai toni accesi, ma costruttiva che tafferugli e piazze spaventate”
Cover di Aidanews e programma 1998: Convegno internazionale Diritti delle Minoranze, tenuto a Riese Pio X nel 1998, con il patrocinio dei Comuni di Riese, Castelfranco, Jesolo, Regione Veneto, Università di Padova, ONU Ginevra- Bureau DH, CICR Ginevra. E con la partecipazione di relatori prof. Marina Spinedi, Antonio Papisca, Marco Mascia, Letizia Gianformaggio, Antonio Antonioni, Jean-François Gareau, e Mrs Cecilia Thompson, Alto Commissario ai Diritti dell’uomo e dei politici Luca Baggio, Luciano Dussin, Ettore Beggiato, Fabrizio Comencini, Renato Martin, Alfons Benedikter.
A vent’anni da questo incontro pubblico che preannunciava la scalata governativa della Lega Nord, al tempo delle camicie verdi e delle ampolline con l’acqua del Po, ci onoriamo di essere stati i primi nell’ambito regionale di aver coinvolto i politici locali in un dibattito internazionale. Da allora i frutti sono arrivati: la Lega Nord è al governo assieme ai 5 Stelle, scatenando rabbia e reazioni scomposte di chi ha perso le elezioni e dei suoi seguaci giornalisti, intellettuali e boiardi di stato.