Tina Anselmi, premonitrice del diritto internazionale umanitario?

Nel percorso di maturazione politica della giovane Anselmi alle sollecitazioni della GF (Gioventù femminile di Azione Cattolica) si associò presto l’altrettanto cruciale esperienza della guerra. La durezza della vita quotidiana, il contatto con la violenza e con la morte innescarono infatti nella sua coscienza in formazione nuove consapevolezze.
Il cattolicesimo popolare, teso verso la mutualità e la cooperazione – vissuto e praticato dalla nonna e dalla madre – e l’antifascismo del padre acquisirono nel contesto dell’occupazione tedesca e della Repubblica sociale italiana significati più cogenti e drammatici, che si palesarono in tutta la loro chiarezza davanti all’impiccagione di trentuno giovani, catturati durante un rastrellamento sul Grappa. 
Fu un’esecuzione pubblica, cui fu costretta ad assistere la popolazione di Bassano, compresi gli studenti. Viene spontanea la domanda, passando in rassegna alcune pagine della biografia della “staffetta Gabriella”, nome di battaglia del periodo bellico a metà del XX secolo. Nelle discussioni che seguirono con le compagne di classe, e soprattutto in seno al suo gruppo di Azione cattolica, il rifiuto dell’ordine imposto da tedeschi e fascisti e la necessità di opporvisi divennero convinzioni profonde, sostenute dalla condanna del fascismo pronunciata dal suo assistente ecclesiastico. La scelta di combattere, da cattolica, il fascismo e il nazismo senza subire il ricatto delle rappresaglie maturò «di fronte ai ragazzi impiccati», quando si convinse della liceità di «rispondere a una guerra che viola i diritti umani, viola anche quelle leggi di carattere internazionale che garantiscono alcuni diritti ai prigionieri. Un prigioniero non poteva essere ucciso. E quindi una verifica di che cosa era il fascismo e che cosa era il cattolicesimo venne proprio intorno al tema delle uccisioni, delle rappresaglie, che poi era l’aspetto più terribile del fascismo e del nazismo» (intervista dell’autrice a Tina Anselmi, Castelfranco Veneto, 21 giugno 2002).
Fonte: Enciclopedia Treccani. Biografia di Tina Anselmi.

Ecco un altro tassello della filosofia politica di Tina Anselmi che Angelo Miatello terrà conto nella realizzazione del prossimo video. A latere è stato presentato un trailer di 12 minuti Tina Anselmi. Genesi di un monumento©, a cura di Angelo Miatello (direzione), su testi e ricerche effettuati assieme a Derio Turcato e Claudio Malvestio. Il videomaker di tale supporto multimediale, nei suoi limiti temporali e di conoscenza, è Luca Antonello che, fino ad ora (24.09.2023), si ostina di restituirlo con le correzioni e le aggiunte inviategli, immediatamente dopo il 31 agosto 2023 (Spazio Film Commission della Regione Veneto).
Non è chiaro se questa sua “segretezza” (così la chiama in una sua mail) sia stata imposta dalla signora Mary Pavin, attuale politico locale (consigliere di maggioranza e assessore) che avrebbe avuto l’incarico di sviluppare un progetto sulla “vita di Tina Anselmi”. Non sono chiare le motivazioni che hanno un sapore ideologico.
Lo scopo del trailer è di supporto al fascicolo stampato e registrato con ISBN 978-88-88356-43-3 (Edizioni AIDA, n. 426-204991) che contiene i testi e i vari argomenti sul tema trattato di storia e cronaca. Serve perla comunicazione, di cui A. M. si è sempre reso disponibile fin dall’inizio.
AIDA e HISTOIRE stanno elaborando un video più completo come da progetto presentato ai seguenti enti: Comune di Castelfranco Veneto, Provincia di Treviso, Regione del Veneto, Accademia di Belle Arti di Venezia. Il trailer può benissimo avere un proprio percorso senza inficiare ulteriori programmi della compagine politica, a seguito del rimpasto dopo le clamorose dimissioni del sindaco Marcon Stefano all’indomani del 19.06.2023.

Qui sotto l’attrice IOHANNA BENVEGNA nella sala consigliare del Municipio di Castelfranco Veneto che è la parte principale della narrazione del trailer, invitata da A. Miatello.

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